Oggi, martedì 13 Marzo 2007 gli studenti dell'Interfacoltà (Coordinamento dei collettivi universitari napoletani), hanno impedito lo svolgimento del senato accademico della Federico II presso l'università centrale, occupando l’aula e obbligando i partecipanti a sciogliere la seduta.
Questa contestazione si inserisce nelle più ampie mobilitazioni che si sono organizzate in questi anni da parte del movimento studentesco sia a livello locale quanto nazionale ed europeo, contro le politiche poliziesche e repressive delle università e l'inserimento di queste nel meccanismo produttivo del mercato del lavoro europeo, tramite aziendalizzazioni e sodalizi con aziende e grandi imprese multinazionali.
Questo insieme di processi sono stati rappresentati e sintetizzati dall'inaugurazione dell'anno accademico 2006/2007 della Federico II, svoltosi presso il polo universitario di Monte S. Angelo, lo scorso 28 novembre.
In tale occasione, mentre all’interno veniva simulata una falsa armonia - con la presenza delle istituzioni accademiche, le massime cariche dello stato e i rappresentanti ufficiali degli studenti, legati a doppio filo agli interessi di chi questi cambiamenti li gestisce – funzionale alla pubblicità di un’università pacificata e senza contraddizioni, all’esterno dell’ateneo appositamente blindato per quell’occasione, veniva tenuta lontana (con calci, pugni e sputi da parte della polizia) quella parte di studenti che da anni tenta di opporsi, organizzata nei collettivi universitari, ai processi di aziendalizzazione dell’università.
L’inaugurazione dell’anno accademico, lo svolgimento dei senati e dei consigli d’amministrazione delle università, rappresentano aspetti locali di una politica complessiva orchestrata a livello europeo (vedi Dichiarazione di Bologna del 1999 e strategia di Lisbona del 2000) e che mira sempre più a trasformare le università in “dependance” delle aziende e dei loro interessi privati.
E’ chiaro ormai che siamo di fronte ad un’università che si asservisce sempre più, non solo alle logiche di profitto, ma anche a quelle di guerra; non si può non riconoscere l’università italiana come funzionale agli obiettivi dell'imperialismo, tanto quello degli Usa, quanto quello dell’Unione europea e dell’Italia.
Esprimiamo inoltre la nostra solidarietà militante agli studenti greci (mobilitati in questi giorni contro le riforme europee del sistema formativo) che sono stati brutalmente repressi dalla polizia ad Atene.
28-11-06 MONTE SANT’ANGELO, LE ISTITUZIONI DIMENTICANO, GLI STUDENTI NO!
NO ALLA REPRESSIONE!
CONTRO LA “DICHIARAZIONE DI BOLOGNA”!
NO ALL’AZIENDALIZZAZIONE DELL’UNIVERSITÀ!
CONTRO LA GUERRA IMPERIALISTA!
INTERFACOLTA' (COORDINAMENTO COLLETTIVI UNIVERSITARI NAPOLETANI) - ITALY
Abbiamo deciso di essere qui quest’oggi con il preciso intento di interrompere e impedire il regolare svolgimento di questo incontro.
Le ragioni della nostra azione sono riconducibili ad avvenimenti indelebilmente inscritti nella nostra memoria.
Il vergognoso teatrino allestito in occasione dell’Inaugurazione dell’anno accademico si è concluso, ma non si è certo chiuso con esso, il clima di ottusa chiusura che l’ha caratterizzato.
In quell’occasione il nostro Rettore, che sembra ormai essere diventato uno dei più stretti collaboratori delle forze dell’ordine, ha, per l’ennesima volta, scelto di tenerci fuori, sostenendo la necessità di una blindatura dell’università. Il solo risultato di questo gesto è stato arroventare un clima che altrimenti sarebbe stato di sicuro più disteso. La scelta di provvedere ad una blindatura siffatta non ci può lasciare indifferenti. La decisione è stata dettata dalla volontà di tenere lontano possibili contestatori e, in ultima analisi, gli studenti tutti.
Leggiamo una pericolosa continuità tra i recenti avvenimenti e quanto accadde in occasione del convegno sull’Università in Città della scienza, a cui parteciparono esponenti di Confindustria e personaggi istituzionali mentre a noi fu riservata l’accoglienza della polizia. La politica del nostro Rettore, fin dalla sua prima elezione, è sempre stata quella di impedire strappi e di intessere relazioni dialoganti ed accomodanti. Così si è mosso all’interno del complesso mondo accademico, così si è mosso nel mondo politico, così si è mosso nei nostri confronti. Quasi sempre.
Nelle succitate situazioni Trombetti ha, infatti, scelto di chiudere unilateralmente il dialogo tra noi ed il rettorato lasciando che fosse la polizia ad arginarci.
A questi avvenimenti passati, si aggiunge oggi il clima sempre più tetro di repressione che si respira nelle varie facoltà. Già da un po’ di tempo, infatti, la possibilità di vivere l’università non solo come esamificio e mero strumento di accumulazione di crediti, è malvista, e largamente osteggiata, dai vari presidi. Su tutti riportiamo gli esempi di Architettura dove il “democraticissimo” preside Gravagnuolo ha esplicitamente vietato agli studenti di usufruire degli spazi della facoltà se non limitatamente alle attività strettamente didattiche (anche se Gravagnuolo pensa che far fare una festa di carnevale gli restituisca una qualche patente di democraticità!). Si potrebbero aggiungere numerosi esempi; ci limitiamo, qui, a sottolineare come il neopreside di Lettere, Mazzarella, ha proibito di introdurre e consumare alcolici all’interno della Facoltà…praticamente una legge a parte rispetto allo stato italiano. Non troviamo utile dilungarci sulla presenza sempre più massiccia, e sempre più tollerata, di forze dell’ordine nelle portinerie e nei corridoi delle nostre facoltà, perché come dato è già di per sé significativo della tendenza reazionaria che caratterizza il nostro ateneo da un paio d’anni a questa parte.
La nostra presenza qui sta oggi ad evidenziare come le scelte repressive siano in ultima analisi sempre perdenti. E’ infatti possibile tenere fuori gli studenti, e tutto il loro malcontento, dalle grandi occasioni, cosicché le telecamere non portino fuori panni che evidentemente vanno lavati qui dentro. Con imponenti (quanto spropositate) misure di sicurezza è possibile tenerci lontano dai vostri appuntamenti di gala, ma è impossibile pensare di poterci tenere lontano dall’università trecentosessantacinque giorni all’anno. La nostra presenza qui, oggi, ne è una dimostrazione.
Detto questo, approfittiamo ulteriormente del vostro tempo per spiegare parte delle ragioni che ci hanno portato il 28 novembre fuori i cancelli di Monte Sant’Angelo a prendere pugni, calci e sputi che portavano la firma di ognuno di voi, Signor Walter Corrado incluso, e che ci riportano oggi qui in quest’aula.
Il carattere repressivo precedentemente evidenziato è solo uno dei sintomi della trasformazione che sta investendo l’università in questi anni. Lo sa bene il nostro rettore che sta traghettando la Federico II in questa fase di transizione. L’ha più volte ribadito, anche in occasione dell’ultima sua elezione, nelle sue “riflessioni programmatiche per il rettorato”:
“Va quindi perseguito con pazienza e tenacia il raccordo tra i gruppi di ricerca del nostro ateneo e i soggetti pubblici e privati che operano sul territorio. Tale rete di collaborazione deve costruire occasioni per la proiezione esterna delle competenze e delle conoscenze presenti. [...] Inoltre è stata costituita una commissione per promuovere l’impiego economico dei risultati di ricerca e per incoraggiare i nostri laureati a sviluppare iniziative imprenditoriali. Ovviamente, sarà necessario reperire spazi adeguati perché le idee imprenditoriali possano essere incubate. Questo problema può essere risolto anche con convenzioni con enti esterni.”
Trombetti ha di che essere soddisfatto, ha mantenuto le sue promesse elettorali; ed è proprio questo il problema!
Il nostro ateneo da anni partecipa e promuove progetti di collaborazione con imprese e mondo del lavoro, ricordiamo due esempi su tutti:
Consorzio Eubeo i cui soci sono: università Federico II, API (associazione piccole e medie imprese italiane), TKM s.r.l. (impresa operante nell’hi-tech), consorzio CLARA (consorzio imprese spin-off università La Sapienza e Federico II) e Ingegneria & Finanza (associazione professionale esperta in consulenza aziendale, business planing ecc). A presiedere questo consorzio ritroviamo una vecchia conoscenza: l’immarcescibile Gravagnuolo.
Gli obiettivi: trasferimento tecnologico, sostegno all’innovazione, realizzazione di master, seminari e corsi di formazione attraverso la collaborazione università-imprese, creazione di un terreno fertile per la stipulazione di convenzioni quadro.
Alcuni dei principali progetti realizzati: Convenzione quadro con Alenia, nella quale è inserito il il master Aerotech in ingegneria aerospaziale, master Uniauto finanziato da Alfa Romeo, Bosch, Magneti Marelli.
Il secondo esempio è il consorzio ARPA per la cui definizione chiamiamo in causa nientemeno che la “guida pratica alle esperienze di collaborazione tra le imprese e le università” di CONFINDUSTRIA: Consorzio Arpa: l' Ateneo Federico II con la costituzione del consorzio ARPA - Agenzia Ricerca e Produzione Avanzata, ha inteso realizzare una struttura di interfaccia tra la domanda di ricerca e consulenza, espressa dalla componente imprenditoriale, e la produzione scientifica e tecnologica realizzata nei diversi Dipartimenti universitari. L'orientamento di ARPA verso il mondo della produzione ed il ruolo di impulso e stimolo alla didattica ed alla ricerca, rappresentano uno dei fattori strategici per lo sviluppo produttivo del territorio e per l'affermazione di quelle modalità innovative di gestione e di organizzazione che costituiscono la base per il rafforzamento della competitività del sistema economico in una prospettiva di integrazione transnazionale.
I consorzi, le associazioni e le reti in cui la Federico II ha un ruolo, a volte anche da protagonista essendo l’ente capofila, sono tanti e dai nomi fantasiosi: ARPA, AMRA, CRIAI, EUBEO, AIU, BIC, b2Europe ecc.
Tanti nomi, tante sigle, che non fanno altro che confondere le idee, ma non riescono a nascondere l’intento che le ha viste nascere: rendere l’università asservita alle logiche imposte dalle imprese.
L’esperienza in campo imprenditoriale della Federico II non si esaurisce nei consorzi, la nostra università è stata protagonista più volte di collaborazioni dirette con grandi e medie imprese come la FiatAvio, la StMicroelectronics, la Piaggio, la Adler Plastic s.p.a., la Mare engineering s.r.l. ecc. Ed è già riscontrabile l’influenza diretta di tali aziende sulla didattica dell’ateneo che risulta, tendenzialmente, ad esse asservita.
In fondo, la nuova politica di trasformazione dell’università è stata ben colta da uno dei personaggi di quest’ateneo, il presidente del polo di scienze Di Donato che così la riassume: “Trattasi di progettare un sistema che consenta una migliore reciproca conoscenza tra due mondi sin qui assolutamente separati, tra l’università che rappresenta l’offerta e il mondo delle imprese che rappresenta la domanda.
”Non potevamo, il 28 novembre scorso, e non potremo mai permettere l’inaugurazione di un’università del genere.
Questo lo ribadiamo e continueremo a farlo non solo in occasione dei grandi appuntamenti come le inaugurazioni dell’anno accademico, le conferenze e i convegni vari in cui grandi nomi della politica e delle istituzioni si siedono ad un tavolo per decidere del nostro futuro (solo ultimo in ordine di tempo è il convegno sul longlife learning che si terrà a Galassia Gutenberg il 17 marzo), lo faremo nelle nostre università dove noi ogni giorno viviamo, cercando di arginare e rispondere colpo su colpo a questi processi degenerativi che ci investono.
Detto questo, vi consigliamo di dichiarare sciolta quest’assise e di andare via...a meno che non vogliate farci sgomberare dalle forze dell’ordine.
INTERFACOLTA’ (COORDINAMENTO COLLETTIVI UNIVERSITARI NAPOLETANI) – NAPOLI – ITALY